martedì 8 aprile 2008

Quel pazzo pomeriggio con Frank Flanella il cane pazzo

Frank Flanella ha spopolato nelle discoteche Underground di tutta Europa per diversi anni.
Le sue hits riecheggiano ancora nelle zucche di molti ex-giovani che oggi magari trovi in giro in maxi-scooter con accattivanti giubbini di pelle nera o con abiti scuri e occhiali da sole o che da neo-architetti fanno calcoli del cemento armato per Fuksas o Renzo Piano.
Gente che nonostante si fosse piegata alle logiche di mercato conserva ancora l'anima schietta di chi come aperitivo predilige il Negroni al vino distillato dalle ampolle di esperti chimici.
Molti dj emergenti usano ancora le sue basi, i suoi refrain o i suoi loop per elaborare remix o usarli come basi per le loro elaborazioni sonore.
Alcuni anonimi bontemponi hanno benpensato di aggirare l'ostacolo "copyright" con pseudomini nullatenenti o facendo più semplicemente delle cover usandole come basi musicali per "musiche da ascensore o da aeroporto".
I legali di Frank:"el Fritaja" e "El Visko" sono già all'opera per perseguirli "in nome del popolo italiano" e in virtù della vigente normativa del codice penale.
Nonostante ciò Frank segue la vicenda con un distacco tale paragonabile solo all'indifferenza che sarebbe capace di esternare Mimmo Orientabile (2 pacchetti di Camel senza filtro al giorno) per il problema del fumo passivo.
Ho cognizione di dire queste cose perchè ho incontrato di persona Frank Flanella, in un temperato sabato pomeriggio di inizio primavera.
Il suo sguardo imperturbabile ha reso il mio lavoro di cronista ancor più agevole.
Mi ha parlato delle sue difficoltà d'ambientamento nel contesto italico.
L'insopportabile calore dei fans che lo perseguitano ad ogni ora del giorno l'hanno costretto da anni a relegarsi in un bunker anti-atomico in una non meglio precisata zona ai piedi dei Monti Lessini.
Nel suo spartano giardino, dove al centro di un chiostro medievale sta per fiorire un grande ciliegio, ha sistemato anche diverse arnie di api da cui produce dell'ottimo miele millefiori a strettissimo uso personale.
Crede fermamente nella teoria di Albert Einstein secondo cui "se le api scomparissero dal nostro pianeta, all'umanità resterebbero 4 anni di vita", appoggia la causa e mi confessa di aver tuttavia registrato un calo di produzione del prezioso nettare negli ultimi anni.
Nei suoi scaffali dove custodisce con cura maniacale tutta la discografia originale dei Pink Floyd, di Betty Curtiss e dei Cristammazzeme non c'è un solo, che sia uno, granello di polvere.
Mi parla nella sua infanzia a Brixton, "dove a scuola era tutto più facile. Funzionava così: in classe quello che correva più veloce, aveva tutte le ragazze per sè. Adesso è tutto più complicato. Dipende tutto da come ti vesti o da quanto sei ricco. Da quanto ho potuto dedurre, io dovrei essere al 67° o 68° posto quest'anno. Ma la buona notizia è che di sicuro guadagnerò una posizione perchè ho subito sotto Antony Marressaliton che la prossima settimana si mette l'apparecchio".
Frank Flanella è fatto così, questa è la fotografia lampante e nitidissima della sua spirale di DNA.
E questa spirale ha le palline gialle e blù come i colori dell'Hellas.
Sull'argomento preferisce glissare, mi fa solo vedere la sua tessera d'abbonamento, a conferma dell'attaccamento alla squadra del cuore proprio nel momento di maggior bisogno.
Ultras di vecchia data Frank, Frank che è stato avvistato decine di volte nella Sud del Bentegodi, Frank che ha preso parte alle violente risse in stazione e negli antistadi del Ferraris, del Sant'Elia e del San Nicola riportando a volte solo "lievi ferite da armi da taglio" (curate dalla fedele Fujiko che intravedo all'ora del thè in kimono di seta nera dietro una paratia di carta di riso tra il soggiorno e la cucina).
Ora trascorre i suoi meriggi a giocare a Bubble Bubble (la sua abilità lo ha portato ad arrivare al 71° quadro!) e a produrre dischi che regala in esclusiva alla sua stretta cerchia di amici, certo che rimarranno comunque inediti per la massa dato il suo patto si fedeltà che lo lega a loro.
Non disdegna nemmeno lunghe partite a Tetris, l'aiuta a organizzarsi mentalmente per i suoi brani, lo predispone alla razionalità, all'originalità, alla genialità, all'adattarsi al variare dell'incedere delle condizioni, essere mutevoli assecondando le partiture, quello che fa poi con il suo sound.
Mi racconta che "mamma dice sempre che sono intelligente ma che non mi applico. Se c'è una cosa che ho imparato dai fratelli Viktor e Crish Del Tavoliere è convincere gli altri ad avere aspettative così basse nei tuoi confronti, così finisci per sembrare bravo senza fare praticamente nulla".
I suoi veri fans non hanno mai avuto grandi aspettative per questo genio della musica, ma è stato proprio questo climax a favorire il successo planetario dei suoi lavori in studio.
Album che non ci stancheremo mai di ascoltare.
Me ne vado salutandolo con una sincera stretta di mano, ringraziandolo per questa intervista esclusiva e regalanogli una felpa arancione col viso di Travis Bickle con la cresta da moicano, mi ringrazia anche lui e ricambia con uno dei suoi esclusivi vasetti di miele.
Grazie Frank, vecchio cane pazzo.