venerdì 25 dicembre 2009

looove, looove will tear us apart, againnn..

Il cd "substance" dei Joy Division in offerta: 6 euro e 95
Salire in macchina e beccarsi "love will tear us apart" alla radio: non ha prezzo.
Eccetto lo scotto di beccarsi un raffreddore, frutto dell'ardito gesto di averla cantarta a squarciagola coi finestrini aperti.

Custandì, tu ch'jè la voce nostra fanne casì!


Il 18 dicembre di 15 anni fa se ne andava il nostro unico grande condottiero.
In serata il suo e nostro Ascoli, indossando i famosi "cazzitte rusce", tornava alla vittoria dopo 3 mesi di digiuno grazie a un autogol di un celebre ex...e poi le chiamano coincidenze.
Il mio ricordo personale al di fuori del Del Duca purtoppo si limita a un incontro con lui in via Del Trivio dove non mancai di salutarlo affettuosamente.
Una volta Costantino parlando dei tifosi del Picchio disse:
"Ci sono persone tra i nostri tifosi che nella vita non hanno vinto mai niente. Solo quando vince l'Ascoli si sentono protagonisti perchè riescono a vincere pure loro. Ecco, vede, quando penso a questi tifosi mi commuovo."
Di lui il grande giornalista Stefano Pellei nel suo libro "una panchina in paradiso"scrive:
"La storia di Costantino Rozzi e del suo Ascoli non è stata solo la storia di novecentoquattro partite ufficiali di campionato, senza contare quelle di Coppa. E' stata una storia travolgente, fors'anche irripetibile per qualsiasi squadra di provincia esistente nell'emisfero del football italiano.
Costantino Rozzi è stato "il presidente". Senza la favola che ha saputo raccontarci, gli Ascolani, ma non solo loro, sarebbero stati degli estranei costretti a continue dispute con la noia dietro quel fottutissimo cuoio.
Perchè da Costantino Rozzi potevi sempre aspettarti qualcosa. Dietro il suo confortante sorriso, dietro quella dolcezza che sapeva far trapelare dietro un tenero sguardo da finto cane bastonato, c'era la rassicurante umanità di un uomo straordinario."

giovedì 24 dicembre 2009

un allegro Natale e un feroce anno nuovo!


un gargantuesco augurio di Buon Natale soprattutamente ai miei imperterriti lettori!!!

Mozzano FC campione della galassia



Il Barcellona, dopo aver fatto quaterna vincendo anche la Coppa Interconentale,che segue alla Coppa Campioni, Coppa Del Re e Liga, capitola proprio sul suo campo nella consueta partita pre-natalizia cedendo così il trono di Campioni della Galassia al Mozzano FC.
Azulgrana in vantaggio con Xavi all'8° che dopo avere eluso l'intervento in scivolata di Ludo beffa Skizzetto con una palombella letale che si infila all'incrocio dei pali.
Il raddoppio catalano arriva con Giuly al 18° che sugli esiti di un corner raccoglie la respinta corta di testa di Asp Surde e di controbalzo insacca per il momentaneo 2-0.
La riscossa arancionera si concretizza 7 minuti dopo, al 25°, per merito di un Zichi strepitoso che su azione personale entra in area e dribbla Valdes per insaccare nonostante l'intervento di Ramon.
Al 33° arriva il pareggio, discesa sulla destra di Red che entra in area e al momento di affrontare Valdes effettua un cross calibrato per Zichi che è lesto ad anticipare Oleguer e deposita in rete di testa.
Ronaldinho su punizione mette i brividi ai 1200 tifosi Mozzanesi accorsi in massa al Camp Nou, ma Skizzetto non si lascia intimorire e para in due tempi.
Il Mozzano si affida alle folate di Saba e alle invenzioni di Cobretti.
Il Barca reagisce con perussioni centrali arginate dal sempre attento Uefy e subisce l'offensiva Mozzanese per quasi tutta la partita sin quando entrambe le squadre arrivano stremate ai supplementari.
Il primo tempo trascorre senza emozioni.
All'inizio del secondo pero' su prezioso assist di Red, frutto di una percussione centrale, la palla arriva a Cobretti che la lascia scorrere disorientando i due centrali del Barca con una finta, si piomba in area e dopo aver controllato la sfera col sinistro, sferra sempre con lo stesso piede un perfido tiro che incoccia sul palo e finisce in rete per un epico 2-3.
Ammutoliti i 78.000 tifosi catalani mentre nel settore degli ospiti si scatena una bolgia di cori e sbandieramenti.
Nei concitati minuti finali, il Mozzano arroccato in difesa protegge il prezioso vantaggio e al termine dei 120' si aggiudica con merito il titolo.
Nel giro d'onore il Mozzano raccoglie i tributi dello sportivo pubblico locale per poi festeggiare tutta la notte assieme ai 1200 tifosi al seguito e colorando le Ramblas di arancionero: il colore del trionfo.

martedì 15 dicembre 2009

L'uomo sul filo del rasoio


Thierry Henry è un calciatore francese; fa l’attaccante ed è testimonial della Gillette.
Nel 1998 ha vinto un mondiale battendo il Brasile in finale per 3 a 0.
Nel 2002 ha vinto un europeo battendo l’Italia ai tempi supplementari.
Nel 2006 ha perso la finale mondiale contro l’Italia ai rigori.
Henry oltrechè essere bravo coi i piedi se la cava anche con le mani.
Un mese fa grazie a una sua prodezza con la mano sinistra ha portato la Francia ai mondiali del 2010 in Sudafrica ai danni dell'Irlanda.
Gli irlandesi si sono infuriati come iene, Platini e Blatter sono rimasti tranquilli col loro sorriso beffardo da giocolieri (ma loro manipolano palline più redditizie) ben stampato in faccia.
Anche Philippe Petit è un giocoliere francese specializzato nel camminare sul filo.
Pratica quest’arte da tantissimo tempo.
Nel 1966, dopo aver ben compreso tutte le tecniche della falegnameria e dell’alpinismo, scopre il filo.
Da qui inizia la pratica dell’arte del funambolismo.
Nel volgere di 30 anni si esibisce al grande pubblico attraversando sopra un cavo d’acciaio la distanza tra le guglie di Notre-Dame, tra te torri gemelle del World Trade Center, tra altissimi picchi alpini e tra sponde di pericolose cascate.
Prima che la piccola Anita venisse alla luce, per conoscere meglio questo bizzarro personaggio, ho iniziato la lettura di due libri: “Toccare le nuvole” (Edito da “mondatori”) e “Trattato di funambolismo” (Edito da “Ponte alle Grazie”) e mi sono procurato il film-documentario “Man on Wire” (premio Oscar 2009 come miglior documentario).
La scala che ho seguito è stata la seguente:
-prima ho letto “Toccare le nuvole”, che è la trascrizione su carta del film e narra tutta l’evoluzione del colpo alle torri gemelle; poi ho letto “Trattato di funambolismo” che è invece un viaggio nel mondo di questa arte con gli occhi, i consigli tecnici e le sensazioni dello stesso Philippe.
Infine ho guardato “Man on Wire” che è uno dei più bei film visti di recente.
Ve ne consiglio assolutamente la visione, risparmiandovi le letture dei due libri.
Dall’alto di quella installazione clandestina del funambolo potrete sognare di librarvi nell’aria con la leggerezza di un colibrì e avere una visione differente del mondo poiché viaggiare non è visitare luoghi nuovi ma proprio vedere il mondo con occhi diversi.
E a proposito di viaggi anche la Citroen, nonostante il protocollo di Kyoto, ha sfornato un nuovo modello di auto che ha a che fare con le nuove ottiche.
La nuova Citroen C3 infatti ha la peculiarità di aver allargato di 80° verso l’alto la visuale frontale del parabrezza, fornendo ai passeggeri una maggiore luminosità.
Tutto ciò potrebbe sembrare bellissimo ma comporta un rischio a cui forse nessuno ha pensato: se vi appartate con il vostro partner a bordo di quest’auto sotto uno stabile potreste rendere pubbliche anche ai condomini del terzo piano tutte le vostre effusioni, quindi ricordatevi di comprare il giornale oppure di spostarvi nei posti dietro.
E pensare che anni fa la stessa Citroen sfornava la leggendaria DS, che consentiva uno sfarzo di comodità invidiato anche dal più lussurioso harem.
Li chiamano progressi dei tempi moderni…ma sono solo giocolerie di strada.

domenica 29 novembre 2009

haka-sa nostra solo l'Ascoli !!!


L’altra sera guardando distrattamente Striscia la notizia mi accorgo che nella scenografia alla sinistra dello sfondo dei conduttori (dove sono ritratti il duomo di Milano e la mole antonelliana) proprio da dove loro stessi entrano in scena c’è anche il bellissimo scorcio della Piazza del Popolo di Ascoli.
In Ascoli oltre la Piazza e altre mille cose da vedere c’è anche un bellissimo stadio da calcio costruito dal mai dimenticato Presidentissimo Costantino Rozzi.
All’inizio, quando la Del Duca FC giocava in terza serie c’erano solo le due tribune laterali e le gradinate basse come curve popolari.
In seguito, con l’ascesa prepotente dei bianconeri verso la serie A, scandita a suon di gol dal clan Faina & company, furono costruite in tempi record anche le curve superiori.
Ai tempi fastosi e spensierati della serie A, quando erano di scena gli squadroni pluridecorati, che inevitabilmente richiamavano la presenza di simpatizzati, ma niente affatto simpatici, dalle adiacenti province di Macerata, Teramo, Rieti e Perugia, il “Cino e Lillo Del Duca” riusciva a contenere le terga e la mole di 35.000 persone nonostante i conclamati 34.110 spettatori registrati sugli album Panini.
Sabato 27 novembre lo stadio di Ascoli ospita il match di rugby tra Italia e Samoa, prevista l’ingente presenza di oltre 20.000 spettatori.
L’Italrugby è reduce da una lunga striscia di sconfitte e oggi si preannuncia una facile vittoria sugli isolani nonostante la defezione del capitano Parisse, vittima di una feroce macumba accuratamente confezionata dai calciofili locali.
Seguo la partita senza audio su La7 con le orecchie collegate su RadioRaiUno.
Vedo i facoceri uscire dagli spogliatoi e gente festante sugli spalti con sgargianti cappellini azzurri e stilose bandierine tricolori in mano.
L’Ascoli non vince da 10 giornate e traccheggia in quint’ultima posizione, sabato scorso ha addirittura fatto vincere la mai troppo odiata compagine dorica dopo ben 67 anni proprio su questo manto erboso.
Pane è stato esonerato confermando i pronostici che non avrebbe mangiato il Panettone in riva al Tronto e al suo posto è subentrato il vecio diabolico Bepi Pillon.
Gli azzurri intanto passano sotto lo storico emblema della nostra città con le felpe dell’Aquila indosso.
Nei giorni scorsi hanno fatto visita alla città devastata dal terremoto e oggi verranno raccolti proventi per la ricostruzione di qualche edificio.
La partita contro Samoa non la giocano a Pescara, Chieti o Teramo, tantomeno a L’Aquila poiché il campo è ancora occupato dai prefabbricati.
Partono le ola e gli incitamenti, c’è un bel sole, una bella atmosfera e qualcuno dopo un lauta e ruspante merenda ha pure trovato il biglietto gratis e ora è seduto col sorriso in bocca e una confortevole sensazione di pace.
Quando perdemmo ad Ancona 10 anni fa, era una giornata umida e l’odore acre del fitto lancio di 35 lacrimogeni condito dalle corpose cariche della Police non rendeva particolarmente amichevole il confronto coi biancorossi.
Gli ippopotami del Samoa inscenano un balletto in stile Disney con cori sguainati in dialetto Crotonese, a cui preferisco però le coreografie di Brian & Garrison.
Nonostante carnevale sia ancora lontano molti manzi imbottiti di creatina ostentano stravaganti acconciature e barbe boemienne.
A 400 km verso nord l’Ascoli spera di tornare alla vittoria seguita da un manipolo di tifosi ormai sull’orlo di una irreversibile crisi di nervi.
Nella scaletta dei collegamenti radio nessun cronista da Piacenza, solo aggiornamenti dallo studio.
Evviva il canone Rai, evviva la RadioTelevisone di Stato!
Bergamasco si spacca un labbro, sanguina, ma il buon Di Battista sta a Piacenza, provvederà a saturare la ferita lacero-contusa il medico dell’Italia.
Il primo tempo finisce con i Rinoceronti azzurri con ematocrito 200 in vantaggio, scende il sole, inizia a fare fresco, chissà che l’imperterrito e sportivissimo pubblico non venga omaggiato anche con le felpe dell’Aquila.
Su Italia1 danno per la 365esima volta “Karate Kid III”, più di uno spettatore a fine partita rimpiangerà il fatto di non essere rimasto in poltrona a casa.
Anche l’Ascoli chiude il primo tempo in vantaggio con una culata di Bernacci.
Scivola via il secondo tempo al Del Duca e i vitelli tonnati nazionali vincono la partita, ha inizio il terzo tempo sotto l’insegna della “birra Peroni, la birra del rugby”; stupido io a pensare che fosse solo la “birra della Basaltina”.
A Piacenza, nell’arco di 3 minuti tra il 68° e il 71°, la difesa bianconera dapprima barcolla e poi capitola al ritmo del “liscio di periferia”.
Dopo 20 minuti la partita finisce con la quinta sconfitta consecutiva del Picchio.
L’Ascoli affonda in quart’ultima posizione con buone possibilità di finire penultima alle 23 di lunedì quando avranno giocato Mantova e Reggina.
Mentre frotte di festanti rugbisti accorsi da ogni dove intraprendono la strada del ritorno con un sorriso beota sulle labbra e una pinta gratis in mano, il terzo tempo dei tifosi ascolani si imbastisce con una fitta trama di biasteme e travasi di bile.
Il mio è solo stemperato dalla coccole della piccola Anita.
Sabato scontro spareggio con la Reggina in casa; ma sugli spalti ci sarà la stessa affluenza di oggi?
Se qualcuno ha giurato di non tornare più a vedere l’Ascoli si ricordi che anche il grande Hattori Hanzo, spezzando il suo giuramento, è tornato sui suoi passi costruendo una nuova spada.

martedì 20 ottobre 2009

ciao, io sono Anita

Ciao a tutti,
sono Anita, sono nata ieri 19 ottobre alle 19.19, peso 2740 grammi e sono bassa 51 centimetri.
Sono nata dopo tre ore di travaglio e in effetti sentire parlare Travaglio per tre ore ti vien voglia di scappare.
Così sono capitata in questo pianeta.
La prima faccia che ho visto ieri è stata quella di papà Nazza, e vi posso assicurare che non è stato un bello spettacolo.
Mia madre invece è stata bravissima, mi ha espulso (doppio cartellino giallo) in soli 19 minuti e senza nemmeno tanti grandi sforzi, anzi, è stata agevolata nel pensare a Silvio quando l'ostetrica Wilma (quella dei Flinstones, ma molto piu' in gamba) le ha detto di concentrarsi per le spinte su una persona che odia tantissimo.
In effetti spulciando le ultime copie della Repubblica mi sa che deve essere davvero un fior fiore di baccalà.
Mamma è in piena forma e ha riacquistato il dono della parola quasi immediatamente.
Io sto benissimo, anche se nel reparto dove sono ora ci sono parecchi rompiscatole che urlano come poppanti, chissà cosa avranno da piangere?!?
Qualcuna dice che sono capitata in un mondo strano e che per papà ora inizieranno i dolori.
Effettivamente questo è un mondo un po' particolare, ma anche lassu' da dove vengo ci sono delle cosucce stravaganti.
Per quanto riguarda quel barbuto di papà non penso ci siano problemi seri dato che lui ha fatto il militare a Mestre.
Qui mi faccio delle gran penniche anche se vogliono che inizi a poppare il colostro, ma quella roba ha un sapore talmente schifoso che preferisco di gran lunga quella bevanda rossa che mi dava mamma a pranzo e a cena quando ero ancora dentro lei.
Mi sono venuti a trovare un sacco di amici e parenti e la zietta Annelise dall'Olanda mi ha portato dei regali fantastici che qui nello stivale non si trovano nemmeno se pisci controvento.
Non vedo l'ora di poter abbracciare di persona i parenti di Ascoli: nonni, Bis-nonna, zietta e i cuginetti Gio e Pao!
Forse a fine mese vengono loro con
la diligenza di Novembre.

Spero che non vengano attaccati dagli
indiani padani.
So bene,comunque, che loro sono dei
bravi cow-boy e se la caveranno.
Giovedì esco dall'Ospedale, anche se ho
incontrato un sacco di infermiere brave
e simpatiche.
Adesso scappo da qua, che se mi becca
il mì babbo mi da una sculacciata.
E poi mi è venuto un gran sonno che
schiaccero' un'altra bella siesta.
Un abbraccio! Anita

venerdì 11 settembre 2009

i frances-cani

Di recente ho scoperto, attraverso la viva voce di Zio Tonino e la secca conferma di Babbo Larry, che negli anni 60/70 per assistere alla Santa Messa domenicale nella chiesa di S.Francesco in Ascoli, i fedeli che volevano seguirla seduti dovevano necessariamente sborsare la moneta col delfino (5 lire).
Allibito dalla notizia ho sorvolato sui miei commenti personali inerenti la predica del frate francescano che era seriamente intenzionato a rifiutare la comunione ai fedeli in bermuda e/o con i sandali senonchè poi tornare sui suoi passi in prospettiva di eventuali querele.
Uscendo dalla cattedrale romanica non ho fatto altro che bofonchiare tra me e me: “ha da revenì Fra’ Zarretta !”

la tessera del fanatico

Sabato 15 agosto 2009 l’Ascoli è di scena a Cittadella per il secondo turno di Coppa Italia.
Sono purtroppo sprovvisto di radio, tv e televideo.
Alle 23.30 mi viene da chiedere via messaggino a un mio amico l’esito dell’incontro.
Picche.
Riprovo con un altro.
Quadri.
Provo con il terzo.
Fiori.
Smetto qui per non perdere anche i Cuori.
Domenica a pranzo rifaccio il giro.
Dopo un altro Picche e prima di un altro Quadro finalmente riesco a sapere il risultato finale.
Perso 2 a 1 dopo i tempi supplementari (due giorni dopo scopriro’ solo grazie all’ausilio di Salvatore “il piccione viaggiatore” che il Picchio era addirittura in vantaggio).
Uno sventurato interlocutore mi taccia financo di fanatismo calcistico limitandosi lui medesimo al solo titolo di “tifoso”.
Mi chiedo se c’è una differenza tra le due cose…ossia il tifoso non è forse un fanatico della propria squadra?
Lunedì leggo sul giornale che verrà emessa da gennaio la tessera del tifoso, ennesima invenzione fantascientifica per annichilire le masse da stadio dopo averle sedate a colpi di steward e tornelli e anestetizzate a suon di pay-perview.
Comunque, per fortuna, non essendo io “tifoso” bensì “fanatico” non avro’ bisogno di questa tessera e comunque dato che dovro’ tenere fede alla mia promessa solenne (vedi articolo “delusi allo stadio”) potro’ vedere il Picchio lontano da Ascoli solo mischiato ai feroci tifosi locali dato che l’unica tessera di cui dispongo è questa:


mercoledì 9 settembre 2009

09-09-09


Oggi è un giorno davvero nefasto.
E' il 09-09-09.
Se provate a girare la cifra eliminando gli zeri otterrette il 666 del demonio.
Inoltre è mercoledì (9 lettere)
Infine è settembre (9 lettere)
Le note musicali sono 7, ma se aggiungete il fa diesis e il la bequadro si arriva a 9!
Gli apostoli erano 12, ma se togliete Giuda (che in verità si è tolto da solo) Pietro (che ha rinnegato Gesù) e Paolo (che si è convertito solo sulla via per Damasco) si arriva a 9!
I nani erano sette ma se aggiungete Biancaneve e la Strega si arriva a 9!
Si narra poi che l'autore di questo blog sia nato il 9!
Numeri che detti così fanno girare la testa, ma numeri che applicati alla vita quotidiana fanno girare altre cose...
Rabbrividiamooooo...
Allegriaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!

giovedì 3 settembre 2009

Eppi birdei Larry!


Tre.
Tre per tre, nove.
Al tre aggiungi il nove, trentanove.
Al trentanove aggiungi settanta e arrivi ad oggi.
Ad oggi ci sei arrivato con tanti sacrifici e tanta gioia.
Ma anche tanta sofferenza.
Se ti guardi indietro vedi anni di lavoro a spaccarti la schiena in fabbrica.
Se ti guardi avanti vedi due splendidi nipoti.
Se guardi ancora più avanti vedi una piccola principessa in arrivo.
Se ti guardi al fianco non vedi più Nonno Zè e Zio Gigi.
Ma se ti guardi dentro li vedi pulsare in te.
Se ti giri sul fianco vedi una splendida moglie.
Se tanto ti da tanto.
Se ttanta non son pochi.
Auguri Papà.

il vero latte e il falso sistema immunitario


Da qualche anno sono reperibili nelle vie delle nostre città i distributori di latte/yogurt/ricotta provenienti dalle aziende agricole circostanti il tessuto urbano.
Qui al prezzo di 1 euro al litro si puo’ gustare tutta la genuinità del vero latte di mucca non trattato.
Sono balzate agli onori delle cronache alcuni effetti relativi al consumo di questo prodotto: disturbi intestinali, problemi digestivi, reazioni allergiche e dissenteria.
Secondo alcune ricerche questi effetti sono dovuti all’alta percentuale di batteri che prolifererebbero nel latte dato che questo non subisce alcun trattamento atto a prolungarne la conservazione.
Appurato che nulla è per sempre e che oramai l’Homo Sapiens-Sapiens, dopo esser approdato sulla Luna e aver riprodotto in maniera esatta la copia in scala della villa di Cogne, ha ridotto il suo sistema immunitario a un coefficiente di gran lunga inferiore al Q.I. di uno steward semplice da stadio (casacca gialla), la notizia in sé non dovrebbe creare un vero allarme sociale.
E infatti, a differenza dell’influenza suina, della SARS, e della febbra 2, questa storia non ha avuto lo stesso risalto del topless della bambola Ramona su “studio Aperto”.
Ma il nocciolo della questione deve essere spostato su una mia personalissima raccomandazione con premessa.
Premessa: “quel latte è davvero buono, è digeribilissimo nonostante tutte le vostre paranoie e sa davvero di latte”
Raccomandazione: “non fate come me che spero sempre di trovarlo liquido la mattina seguente ma consumatelo in 3 o 4 ore perché altrimenti vi ritrovate per le mani un ammasso di caglio imbevibile”.

giovedì 20 agosto 2009

Quattro passi nei Paesi Bassi


Quest'estate avrei voluto spaparmanzarmi a bordo piscina di un hotel 4 stelle "all inclusive" di Formentera invece ho referito andare in Olanda che "è lontana dai nostri confini
e sento i campi e i fiori ed i mulini a vento girare dentro me."(Ivan Graziani)
La vacanza non è iniziata nel migliore dei modi allorquando dopo aver varcato le soglie di Zwolle ed essersi avventurati in bici a Kampen ci si è imbattuti nell'abominevole mostro del fiume Ijssel.










Dato che in Olanda ci sono tantissime bici,uno dei problemi piu' frequenti è non ricordarsi bene dove la si è parcheggiata, così si è costretti a perdere ore per ritrovarla.



Tra tutti i modelli di velocipedi pero' ne spicca
uno per la peculiarita' in cui il nome si abbina
in modo eccellente alle prestazioni.











In Olanda ci sono delle bibioteche attrezzatissime e fornitissime dove oltre a trovare l'edizione locale di tutta la bibliografia di Bruno Vespa e le ricette di Suor Germana, potete fare incetta di una quantità smisurata di dischi.

Una delle città più belle dei paesi bassi
è senz'ombra di dubbio Utrecht anche
se qualche barcarolo ha delle idee confuse.







Nelle vicinanze della stazione c'è un rock-pub della Bavaria dove sono esposte tutte le chitarre dei più noti musicisti internazionali, tra cui anche il basso della bon'arma de Rambco' e la zampogna di Willy il bidello.


Non è mancata una sortita a Kinderdijk, regno dei mulini a vento,


dove ho eslclamato:
"Guarda, amica Panza, ecco là una
trentina, o poco più, di giganti smisurati
con cui mi propongo di venire a battaglia
e di ucciderli tutti. Con le loro spoglie
cominceremo ad arricchirci, perchè
è buona guerra e perfetto servizio di Dio
il levar dal mondo così cattiva semenza."




Delft, famosa per le sue ceramiche, seppur immersa nella foschia dovuta all'eccesso di umidità è stata all'altezza di Utrecht per fascino e brio.
Nella Nieuwe Kerk (chiesa nuova) riposa in pace dopo le sue lunghi ed estenuanti conversazioni Guglielmo il taciturno, (che stranamente non mi ha proferito parola alcuna).

Da questa chiesa protestante in stile gotico a tre
navate si erge la bellissima torre di 108 metri
del '400 con un carillon seicentesco compostoo
da ben 48 campane (che opportuamente
manomesse riescono a suonare pure l'inno
dell'Ascoli)da cui si scorge tutta la città, i canali,
il mercato dei fiori e dei formaggi.



Nella Oude Kerk (chiesa vecchia) invece é sepolto il pittore fiammingo Johannes Vermeer.



Visitata l'Aia non ho potuto fare a meno di immergere le mie terga nel Mar del Nord senza tuttavia riportare particolari stati di ipotermia.















Da qui poi ho mosso il mio esercito di Terracotta
e abbiamo attaccato il bastione del South
Park dov'era in atto furibonda e
assennatissima ressa per un mega
concertone gratuito che vedeva spiccare
tra gli altri nientepopodimeno che
i Pretenders!









L'indomani siamo stati messi al corrente della morte di Michele "figlio di Jack" e mi sono dovuto precipitare al suo capezzale col mio station wascion da sbarco.


L'ultimo giorno è stato intieramente dedicato
alla visita della capitale Olandese; Amsterdam,
meta perlopiu'negli anni passati di pelandroni e
squinternati italici adepti alla dottrina di BT&V
(Bacco Tabacco e Venere).







Nella mia personalissima esperienza l'unica zoccola che ho rimediato è stata questa.

Ma prima di affrontarla mi sono dovuto attrezzare in maniera adeguata e responsabile.


All'imbunire ci siamo rilassati nei 50 ettari
di giardini, canali e stagni del Vondelpark,
dove frotte di giovani e nongiovani organizzano
pic-nic e si ritrovano per una partita a
"Caracoccia" con rivincita a "Asso Pigliatutto".
Di rado troverete scassauallere dato che gli Olandesi sono tranquillissimi e ospitalissimi.


In serata ho affrontato con somma determinazione il concerto al Muziektheater per viola e violoncello della sonata in Fa be quadro dei 44 canti dell'opera omnia "Madonna degli Angeli" del notissimo talento Piceno Pino Barba.


Unanimi i consensi della platea olandese attestati dai 13 minuti di scroscianti e fragorosi applausi a riconoscere l'alto valore estetico e dell'opera e degli interpreti.

In mattina l'usuale visita al Van Gogh Museum
per avvalorare la tesi che "noi siamo migliori di
voi e andiamo a visitare le mostre perchè così vi
facciamo sembrare dei barboni", dove nel passare
in rassegna i dipinti di Vincent al suono di
"che beeeellllooooooo" ho avuto anche la fortuna
smisurata di incontrare il leggendario Uomo Talpa
dei Simpson in carne e ossa.






Prima di imbarcarci sull'aereo abbiamo passato 6 ore sotto il sole cocente (il sole a giugno in Olanda tramonta non prima delle 22) a cercare di ritrovare le nostre bici nel microscopico parcheggio adibito al deposito.










poi abbiamo desistito nell'ardua impresa e col nostro biplano siamo tornati a casetta.
Comunque l'Olanda è davvero beeeellllaaaa...a dispetto di chi, senza vedere e senza sapere, reputa che soprattutto d'esate essa sia una cagata di paese.

mercoledì 8 luglio 2009

Addio mia cara Clio

Cara Clio 1200 Blue di Prussia del '98,
ti ricordi quanti bei viaggi abbiamo fatto insieme?
Abbiamo usurato la Salaria e solcato l'asfalto della A4, della Modena-Brennero, la A14 e perfino la A21 Torino-Piacenza.
Ti avevo preso nell'aprile di quell'anno in cui avevo appena firmato un contratto come apprendista all'Arch Legno e quanta segatura che portavamo a casa ogni sera!
Quanti moscerini si sono spalmati sul tuo cristallino parabrezza, sul cofano e sul paraurti!
Avevo resistito ai patetici sforzi del concessionario di volermi appioppiare altri modelli, chi accessoriato con alzacristalli elettrici, chi con la vernice metallizzata e chi con il climatizzatore.
Ma io avevo pazientemente aspettato un mese per poterti avere come ti volevo.
Ti avevo voluta semplice e schietta: modello base senza fronzoli e artifizi alcuno.
Nell'euforia di stringere i miei pugni sul tuo volante nero ti avevo addirittura bardato con gli spoiler in resina trasparente per non fare entrare la pioggia coi finestrini aperti!
Ti ricordi quella volta che non volesti virare sul bagnato allo svincolo per l'A14 dell'Ascoli-Mare e la tua fiancata fu rinvigorita da quattro giornate di carrozziere?
E quella volta che rimanesti impatanata come una mucca sulla canaletta di Castellaro Laguesello?...meno male quel buon cuore di un agricoltore locale che ti tiro' fuori col trattore!
Tre ore a succhiare l'acqua marrone dai tuoi tappetini con la spugna non furono sufficienti.
Ah,che bel rombo che avevi adesso, dopo 11 anni di onorato servizio, con la marmitta bucata!
Quante sgommate e quante accellerate..senza mai regolarti il minimo alzandolo un po'e senza picchiere in testa così forte no,e potrei ripartire certamente non volare, ma viaggiare.
Ti avevo appena revisionato e il meccanico mi aveva assicurato che sino ai 70.000 chilometri avresti retto...ah, che fesso che son stato; ah, che stronza che sei stata!
Avresti potuto vantare ancora l'old-style dell'alzacristalli a manovella!
Poco dopo aver oltrepassato Fano alla soglia del 60.681esimo chilometro la tua sfibrata cinghia di distribuzione non ha più retto e ci hai lasciati lì come due polli, io e la mia Pippoletta, a terminare la nostra Via Crucis con le miserabili "carrozze-incubatrici di pulci" di Treni-taglia, bagagli e bagaglini alla mano e nell'altra 232.352 lire del Vecchio Conio pronte a renumerare il carro Aci che ci ha soccorso.
Ho voluto sublimare il tuo ricordo riducendoti a un cubo di lamiere compresse.
Ora che sei nel piccolo "paradiso delle macchine che non macchinano più" ti chiedo solo una cortesia: salutami quella gran macchina che avevo prima (la mai troppo compianta Renault 5 850cc. celeste d'Achille del '78) e nel farti raccontare qualche bella favoletta sappi capire tutti i tuoi sbagli e soprattutto, perdonare quelli del tuo pilota che fu.


Io piuttosto che fare lo steward...

Io piuttosto che fare lo steward allo stadio lustrerei le scarpe mattina,pomeriggio e sera al 17° Reggimento di Artiglieria Contraerea "Matter" di Mestre.
Io piuttosto che fare lo steward allo stadio lavorerei allo snodo centrale delle fogne di Calcutta.
Io piuttosto che fare lo steward allo stadio pettinerei tutte le Malibù Stacey di Lisa Simpson.
Io piuttosto che fare lo steward allo stadio scaccolerei tutti i maiali dell'Irlanda del Nord, del Galles e del Lussemburgo.
Io piuttosto che fare lo steward allo stadio raccoglierei tutti i coriandoli di carnevale a Ascoli, Viareggio e Battipaglia facendomi anche incornare dai tori in corsa alla festa di San Firmino a Pamplona.
Io piuttosto che fare lo steward allo stadio mi farei la ceretta completa total-body, inclusi i peli interni delle orecchie e del naso.
Io piuttosto che fare lo steward allo stadio mi farei incatenare alla colonna infame e dopo essermi nutrito per un mese con muschi e licheni, mi farei fare il tatuaggio sul petto di Gargamella.
Io piuttosto che fare lo steward allo stadio andrei a friggere patatine al McDonald.
Io piuttosto che fare lo steward allo stadio per 30 euro raccoglierei mozziconi di sigarette e ammucchierei tutto il tabacco per arrotolare poi sigarette da vendere a 1 centesimo l'una.
Io piuttosto che fare lo steward allo stadio faccio il clochard, almeno salvo la faccia!
Io piuttosto che fare lo steward allo stadio mi farei lobotomizzare, che tanto poi almeno un po' di buonsenso mi resta lo stesso.
Perchè pensare che una persona occupata a tenere per mano due bambini, possa nel contempo abbassarsi sotto il livello più basso del mare, scagliando oggetti contro un manipolo di mercenari ( a partita praticamente finita), comporta l'immediata e naturale considerazione di essere dei veri e propri "pezzi di merda D.O.C.G".

lunedì 25 maggio 2009

meglio un giorno da caprone che 100 da steward

Caro signor Benigni, mi chiamo Nazzaro, ho 34 anni e sono il nipote di Gianluigi, ma chissà se lei si ricorda di lui... Se amo il calcio e se ho l'Ascoli nel cuore lo devo pero' a mio padre, che mi ha sempre portato allo stadio con sè. Mi scuso se le rubo qualche minuto ma ritengo che quello che è accaduto sabato 16 maggio debba farla riflettere un po'. Sono in centro con i miei due nipotini (7 e 4 anni) e alle 17 circa, nonostante la canicola, decido di farmi una passeggiata verso lo Stadio con la speranza che, una volta giunti lì, riusciamo a vedere gli ultimi 5 minuti di Ascoli-Salernitana. Da Piazza del Popolo al Del Duca sono .... e si percorrono a piedi in.... Arriviamo finalmente all'ingresso 1 della Curva Sud, chiedo con estrema gentilezza ai due "steward" se ci fanno entrare per gli ultimi scorci del match e non avendo il biglietto in mano veniamo respinti. Provo a chiedere al secondo ingresso col medesimo risultato: non si entra senza biglietto! Mi rassegno e faccio sedere i due bimbi all'ombra per riposarci un po' e poi ripartire per il centro città. Loro sono delusissimi, il più piccolo addirittura mi chiede perchè mancano due bandiere alle aste della Curva, gli rispondo che il presidente ha dovuto risparmiare soldi e non ha potuto comprare altre bandiere. Stiamo per abbandonare il posto quando vedo che un giovane con la testa rasata dopo aver parlottato coi due steward dell'ingresso 1 (quello dalla parte della tribuna ovest coperta) che gli stavano negando l'ingresso, fa avvicinare la corpulenta vigilessa di servizo in quel settore che gli consente l'ingresso senza che questi esibisca alcunchè. Se entra lui senza biglietto perchè io con due bimbi debbo restare fuori?..tra l'altro mancheranno da giocare si e no i miunti di recupero, dato che il mio orologio segna le 17,50. Riparto alla carica all'ingresso 1:niente da fare, gli steward mi assicurano addirittura che il ragazzo aveva il tagliando. Riprovo all'ingresso 2 con la netta sensazione di dover chiedere un trapianto di cuore. Si presenta il capo steward con il fratino arancio e mi nega l'ingresso perchè sprovvisto di tagliando. Vanamente faccio presente che 5 minuti orsono è entrata una persona senza biglietto, quindi mi giro e me ne vado con i bimbi. Mi fermo a guardare Piazza Immacolata-Venarotta nel mio vecchio campo quando giocavo con la San Marcello, i bimbi credono addiruttura che l'Ascoli stia giocando lì. Proseguiamo il tragitto sino al ponte di Porta Maggiore a piedi e poi dato che i bimbi sono sfiniti, arriviamo in centro con l'autobus. Durante il percorso gli spiego che qualche anno fa al termine di Ascoli-Samp uno sconsiderato era entrato a cancelli aperti e partita ancora in corso e aveva lanciato un razzo colpendo una signora tifosa ospite. L'Ascoli aveva subito due turni di squalfica del campo. Mio padre era abbonato e ha perso due partite in casa per colpa di un cretino. Poi gli parlo dell'unico vero Presidente dell'Ascoli Calcio, un signore che faceva entrare i bimbi gratis, che a inzio e fine partita correva a salutare la curva, che aveva un carisma che pochi altri possono vantare e che nonostante tutto fu anche contestato al termine di un Ascoli-Samb 0-0; ma il suo carisma e l'incommensurabile stima da parte di tutti i tifosi del Picchio,la domenica, richiamava fiumi di gente da tutto il circondario. E ogni domenica era una festa. Ora il calcio, putroppo, è cambiato (in peggio, ovviamente), quelli della mia genarazione avevano fra le mani il giocattolo piu' bello del mondo, ci è stato rubato ed è finito nelle mani di cert'altri sconsiderati, mandandolo letteralmente in frantumi. Nonostante tutto l'Ascoli rimane sempre nel mio cuore perchè nella vita si puo' rinnegare tutto e tutti eccetto due entità:la mamma e la propria squadra del cuore. E' un peccato che questa bellissima "malattia" non abbia potuto contagiare i miei due nipoti. Spero per loro che un giorno torni un Presidente con la P maiuscola e gente che lavori per lui con almeno un briciolo di buonsenso. Perchè è vero che esistono delle regole e queste vanno rispettate. Ma quelle regole devono essere uguali per tutti, se no si creano figli e figliastri e nascono le ingiustizie. Dato che è risaputo che in questo mondo la giustizia è un'utopia ci si affida quantomeno al buonsenso. E' il buonsenso a fare gli uomini, altrimenti vivremmo in una campana di vetro senza correre piu' alcun rischio e agendo come automi. Io ho fatto promessa a me stesso: fin quando ci sarà lei, al Del Duca non mettero' piu' piede. Lei puo' ritenersi il presidente nominale dell'Ascoli, ma si ricordi che l'Ascoli è di noi tifosi. Giocatori, allenatori e dirigenti rappresentano gli omini del calcio balilla. Quelli che giocano davvero siamo noi. Noi che prendiamo freddo sugli spalti o divoriamo fumo birra e adrenalina davanti alla pay perview. Le vostre facce passano, le nostre no. Per questo la squadra appartiene solo a noi, Fedeli al sogno, Per sempre!!!
P.S. lettera indirizzata all'ufficio stampa Ascoli Calcio...la foto è stata manipolata con la mia faccia da bambino, la sigaretta è vera (ma è spenta)...
FORZA PICCHIO OLTRE LA MORTE!

lunedì 11 maggio 2009

Ciao Valè...

-Ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per abbracciarlo davvero! Paulo Coelho

giovedì 30 aprile 2009

Salone Rosa, incazzatura Nera

Nel mio paese c'è un barbiere: Pippo Rosa.
Esercita la sua tanto amata professione da svariati decenni.
Non pratica la chiusura del lunedì, e questo puo' essere un vantaggio.
E' sul posto di lavoro già alle 7 e 30 del mattino.
Resta lì sino alle 20 e nel caso non disedegna nemmeno di trattenersi sin le 20 e 30.
Mangia lì e non ci dorme solo per via di una famiglia che l'aspetta a casa.
Stakanov sarebbe davvero un pelandrone al suo cospetto.
Io sono un suo affezionato cliente da oltre 25 anni.
Ricordo ancora quando dopo una parita a pallone in cortile qualcuno della nostra banda doveva ottemperare agli obblighi della "spuntatina" e si andava tutti insieme al "Salone Rosa".
Si poteva anche aspettare il compare al cortile, ma il pretesto di accompagnarlo era giustificato dal fatto che sotto i periodici ordinari accatastati sotto la finestra, si poteva trovare qualche appetitoso numero di "Blitz".
Nei casi più sfortunati, si sfogliava Famiglia Cristiana in meno di un minuto (giusto il tempo di leggere le barzellette all'ultima pagina) e si tornava sul campo ad aspettare la vittima che tornasse con lo scalpo in mano.
Da qualche anno Pippo ha cambiato ubicazione, spostando la sua "accademia del taglio e piega"solo di un centinaio di metri.
Tuttavia le tariffe sono rimaste popolarissime; il taglio semplice è di 8 euro (15.490 lire).
Ma in tutti questi anni a me personalmente non è mai capitato di aver fruito del "taglio semplice".
Ci sono sempre complicanze.
Ogni sacrosanta volta entra una persona e le cose si complicano inevitabilmente.
Eppure io ci metto tutto il mio impegno.
Vado lì nelle ore di minor afflusso (di solito dopo le 13.30) ma mi capita che:
-Pippo dorma ancora a pancia all'aria con la gavetta poggiata in parte ancora sporca di sugo e il suo risveglio post-pennica produce dei crateri sulla testa visibili da 10 metri.
-entra il solito scassapalle di turno che mette pressione a Pippo il quale entra in tunnel-vision e nella fretta come minino ti incide la parte superiore delle orecchie
-inizi a parlare di politica locale e in questo caso potrai cavartela con una bella frangetta scalata dovuta ai suoi sbalzi umorali
Posso contare sulle chele di un granchio le volte che sono uscito dal Salone Rosa davvero soddisfatto del taglio e tornando a casa, lasciando una scia di nausebonda "acqua di Polonia" (made in Turkemenistan), mi viene l'irrisestibile voglia di rasarmi a zero con le mie stesse mani.
Senza prima essermi lasciato la cresta alla Travis Bickle e aver trascorso due ore davanti allo specchio a dirmi:" stai parlando con me?!?"..."dici a me?!?"..




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Dopodichè scatta l'ennesima sentenza: "questa è l'ultima volta che metto piede lì"!!!
Per poi smentirmi quaranta giorni dopo mettendomi in fila all'una e trequarti e sfogliando il Messagero cronaca di Ascoli, aspettare il mio turno in attesa che entri il cacaminchia del giorno.

Pizza Casereccia

Cari aficionados lettori, in questi tempi di austerità se non riuscite più a trascorrere una serata in pizzeria,vi propongo una pizza fatta in casa che protrete guarnire come vorrete.
Preparare mezzo chilo di farina in un recipiente capiente, sciogliere un cubetto di lievito (40 gr) in un bicchiere da cocktail d'acqua calda e quindi versarlo nel recipiente, aggingere tre cucchiai di latte, tre di olio extravergine, uno di zucchero e uno di sale fino.
Amalgamate il tutto impastando molto bene il composto e per facilitare l'operazione aggiungere acqua o ,meglio ancora, latte per rendere l'impasto più malleabile (senza renderlo pero' troppo lento).
Lasciate riposare l'impasto per almeno tre ore coprendolo con una coperta.
Una volta ottenuto l'impasto spugnoso, ammassatelo per eliminare le bolle d'aria che si sono formate, quindi prendete la quantità necessaria di impasto e stenderlo su un piano di lavoro.
Riempite la teglia dell'impasto e mettere in forno a 150° C per un tempo complessivo di 15 m.
Preparate la farcitura con gli ingredienti, in questo caso: mozzarella (tagliata a piccoli cubetti), olive nere e alici.
Dopo 5 minuti aggiungete la salsa di pomodoro.
Dopo 10 minuti la mozzarella le olive nere e le acciughe.





Insaporite con un pizzico di origano...
... e dopo altri 5 minuti quando squillerà il timer del vostro forno la pizza è pronta!
Infinite le possibili combinazioni con tutti gli altri ingredienti disponibili e a voi più graditi.
Buon appetito!

P.S. con questa dose io riesco a fare 5 teglie del formato 30x25 circa.