martedì 20 novembre 2007

NazzaroSauroSoccerCurriculum

Nazzaro Sauro - Curriculum Vitae di un calciatore di periferia.

Sino ai dieci anni il giovine Nazzaro Sauro ha come unica palestra calcistica il cortile sotto casa dove quotidianamente
hanno luogo interminabili partite nella polvere del terreno ghiaioso.
Noi che...finivamo in fretta i compiti per andare a giocare a pallone sotto casa;
noi che...costretti alla regola di "portieri volanti" o " chi si trova para",
noi che..."portieri volanti" e..."segnare da oltre centrocampo vale?" - Vale...vale tutto!
noi che...quando si facevano le squadre, se venivamo scelti per primi ci sentivamo davvero i più bravi, i più Importanti;
noi che...l’ultimo che veniva scelto era sicuramente destinato ad andare in porta;
noi che...avevamo sempre un soprannome passibilmente infamante ma nessuno si offendeva;
noi che...chi arriva prima a dieci ha vinto;
noi che...mentre facevamo finta di non sentire il richiamo della mamma quando incombevano le tenebre, c’era sempre qualcuno
che diceva: "chi segna l’ultimo vince" incurante del punteggio che magari era in quel momento 32 a 1,
noi che...anche senzala traversa non avevamo bisogno della moviola per capire se era goal. "Goal o rigore" metteva sempre tutti d’accordo;
noi che...al terzo corner è rigore;
noi che..."rigore seguito da goal è goal" ;
noi che..."mi fate entrare?" - "Si basta che ne trovi un altro sennò siamo dispari";
noi che...riconoscevamo i calciatori anche se sulla maglietta non c’era scritto il nome
noi che...il n° 1 era il portiere, il n°2 ed il n°3 i terzini destro e sinistro, il n° 4 il mediano di spinta,
il n° 5 lo stopper, il n° 6 il libero, il n° 7 l’ ala destra, il n° 8 una mezzala , il n° 9 il centravanti,
il n° 11 l’altra punta possibilmente mancina, il n° 10 la mezzala con la fascia di capitano perchè era inevitabilmente
il piu’ bravo;
noi che...gli stranieri al massimo 2 per squadra e li conoscevamo tutti;
noi che...dormivamo con le figurine Panini sotto il cuscino ;
noi che...alla DS potevamo vedere i servizi della serie A, i goal della serie B, il Gran Premio, Tennis. Basket e la pallavolo
senza doverci sorbire ore di chiacchiere per vedere 4 goal;
noi che...agli appuntamenti c’eravamo sempre tutti, anche senza telefonini
noi che...Galeazzi l’abbiamo visto magro;
noi che...oggi sorridiamo quando in Tv si inventano i più incredibili sondaggi tipo: "chi è stato il piu’ forte giocatore di
tutti i tempi: Pelè o Maradona?" senza considerare che di Pelè abbiamo visto sempre gli stessi 4/5 goal;
noi che...se incontriamo per strada Biscardi vorremmo investirlo.

Raggiunte le 11 primavere si iscrive alla scuola calcio Elettrocarbonium alla modica cifra di 60.000 lire annue (euro 30,98)
e riceve dalla stessa borsa tuta e scarpine.
Gli allenamenti sono programmati per il lunedì, il mercoledì e sabato c'è la partita.
Le divise sono bellissime: maglie a righe spesse (10 cm) nere e arancio, pantaloncini neri e calzettoni arancio con bordi
fini neri.
Iniziata la trafila degli esoridenti col 10 sulla schiena e comunque alterna buone prestazioni a numerose partite in cui
finisce col farsi la doccia almeno mezz'ora prima degli altri per via di prove opache e sottotono.
Mister Farnesi si stufa della incostanza e finisce col relegarlo in panchina.
Dopo il ritiro estivo in quel di Carpineto decide di mollare e l'anno dopo si ritrova "declassato" nella società satellite
San Marcello; maglie a righe fine (5 cm) rosso e verdi, pantaloncini verdi e calzettoni rossi bordati di verde.
Campionato giovanissimi agli ordini di Mister Ciccillo che trova una nuovo ruolo allo speranzoso giovine : libero,
a comandare la difesa e ultimo uomo deputato alla tattica di uno sporadico fuori gioco che vivrà il suo massimo splendore
solo un decennio dopo con l'avvento del Milan di Sacchi e di capitan "braccio alzato" Franco Baresi.
Il campo di allenamento è lo stesso e gli autobus per arrivare a destinazione idem: dapprima il 5 sino in città e poi
a scelta il 3 (Villa Pigna), il 4 (Monticelli) o il 12 (Caselle di Maltignano) sino al Bar Delfino dove poi il tragitto
di circa 800 metri viene completato a piedi.
Parto alle 14.45 da casa arrivo alle 15.10 circa mi cambio in 3 minuti e poi si finisce intorno alle 16.45, doccia, breve
sortita in centro e poi a casa col 5 delle 18.10 per fare i compiti.
Dopo l'esperienza cittadina decide di ottimizzare i tempi morti sposando la causa patriottica paesana vestendo il ruolo di
mediano di interdizione nella neonata Vigor Mozzanese nella categoria Allievi (orribili maglie dapprima bianche-verdi con
banda orizzontale azzurra sulle spalle, pantaloncini e calzettoni bianchi, poi in seguito maglie a manica lunga gialle con
bordi rossi e poi rosse con bordi gialli).
Dopo 4 intensi anni di improbabili schemi tattici e trasferte a bordo di traboccanti transporter in giro per tutte le
contee attorno ad Ascoli (epica la vittoria a Venarotta, dove dopo il parziale dei primi 45' di 2-0 per la squadra locale ,
in uno splendido manto erboso debitamente inzuppato da un insistente diluvio, riuscimmo a vincere 4-2 con addirittura
la mia prima rete a vendicare i disastri del primo tempo) il buon Nazzaro Sauro decide di tornare a giocare in città,
non prima di aver effettuato a inizio settembre del 1988 un provino per l'Ascoli Calcio 1898.


Alla fine pero', vista l'intensità degli allenamenti e in propensione dell'avvenente carriera scolastica superiore,
decide di non entrare nel mondo professionistico e resta nell'universo dilettantistico degli Juniores.
Inizia una nuova pagina di calcio e questa volta viene ingaggiato da Mister Biondi, granitico bomber Mozzanese che
oramai smessi le vesti da giocatore intraprende la carriera di allenatore per la gloriosa Barbagrigia (concorrente
locale al colosso "Pantofola d'ora", industria calzaturiera specializzata in scarpine da calcio e celebre per aver
calzato i piedi di calciatori del calibro di Crujff ) e decide di importarlo in una squadra in cui militano
vecchie conoscenze del calcio cittadino tra cui il celebre super-portiere Capponi (Pro Calcio) per il rilancio della
oramai decadente illustre società.
La divisa è molto bella e ricalca un po' la maglia dell'Hellas Verona campione d'Italia, blu con le righette gialle
e lo stiloso sponsor "Barbagrigia" bianco in bella vista sul petto.


Il rilanciato Nazzaro Sauro si ricolloca al centro della difesa dietro la linea dei terzini oramai espertissimo nel
ruolo di libero.
Terminata anche questa bellissima parentesi torna di nuovo al borgo natio per la Terza Categoria con il Gruppo Sportivo
Mozzano e qui si ricolloca in mezzo al campo nelle vesti di mezzala destra con di nuovo indosso il pesante numero 10 ma
conoscendo spesso lo sdegno delle sostituzioni e lo sconforto delle panchine.
Tuttavia gli allenamenti al campo parrochiale permettono un notevole risparmi di tempo e cementano i rapporti col gruppo,
per lo più composto da compaesani.
Poi per vicissitudini legate prettamente al lavoro Nazzaro Sauro esporta il suo stile e la sua tecnica (caratterizzata
da un tocco vellutato) sulle sponde del Lago di Garda, dove milita per 2 anni nell' Unione Sportiva Moniga in categoria
Amatori.
Qui trova l'ambiente ideale per mettere a frutto tutte le esperienze precedeni e, indossando ancora la casacca numero
8 e mettendo in rete un paio di palloni in due stagioni, viene visionato da Bep Guardiola(talentuoso centrocampista
spagnolo con trascorsi a Brescia) in un freddo pomeriggio di Novembre durante una delle sue più brillanti prestazioni
proprio nel derby lacustre contro il Manerba.
Siamo nell'autunno del 1999 e l'ex centrocampista del Barcellona e della Nazionale Spagnola decide di investire su questo
centrocampista di oramai 24 anni acquistandolo a titolo definitivo per la somma di 60 milioni di lire e girandolo in Brasile
nel Botafogo per aquisire una maggior esperienza internazionale allo scopo poi di lanciarlo in qualche grande club europeo.
In Brasile si ambienta subito e nonostante la ghiotta occasione di intraprendere una carriera in condivisione tra calcio
e "bella vita" si reclude in un monastero di monaci cistercensi e si dedica al completamento dei studi universitari in
design e architettura.
Sul campo invece ruba subito il posto da titolare a Ferrao Souza e nel campionato 00/01 mette a segno la bellezza di 14
reti, di cui 5 su punizione e una su rigore (quella della vittoria sul San Paolo).
Nell'anno successivo indossa la muta del leggendario Flamenco e anche lì fa valere la legge del piccolo eroe italiano.
A fine anno sul suo cartellino si registrano 22 gol di cui 9 su punzione (famossimo oramai inizia a diventare il "colpo
a renghetta" con l'esterno destro, incubo di diversi portieri carioca) 3 su rigore e i restanti 10 su azione di percussione
offensiva.
Nel frattempo termina gli studi di architettura e collabora col celebre architetto brasiliano Paulo Mendes da Rocha
(Premio Pritzker 2006) per la riqualificazione di parte delle favelas si Brasilia.
Constatati i notevoli progressi il giocatore viene richiamato nel vecchio continente e viene ingaggiato dal Patron
Abramovich intenzionato più che mai a portare i Blues del Chelsea alla vittoria nella Premier League.
A Londra trova inizialmente alcune difficoltà d'inserimento ma dopo alcuni mesi e soprattutto grazie alla conoscenza con
il suo più grande idolo di sempre; Paul Gazza Gascoigne, si inserisce a meraviglia e nella squadra e nel contesto
tradizionale britannico.
Alle notti brave passate nei peggiori pub della capitale assieme a Gazza seguono, con incredibile stupore della stampa
sportiva e non, brillanti partite incorniciate sempre da preziosi assist e addirittura impreziosite da pesantissimi gol
che portano al trionfo in campionato la squadra di Josè Mourino.

Nella sua ultima stagione nel calcio che conta approda al Real Madrid

armato di un bagaglio di esperienza internazionale
di tutto rispetto (eppure sempre snobbato dai vari ct della Nazionale Azzurra che a lui preferiscono Gattuso, Ambrosini,
Pirlo e Perrotta) deve pero' interrompere il campionato in Inghilterra per sopravvenuti e inaspettati problemi con l'FBI...
l'accusa che grava sulla sua testa è :traffico internazionale di talento calcistico.
Un'accusa grave che lo rende latitante in tutti i paesi ove ha giocato.
Ultimamente (notizia Ansa risalente al maggio 2007) qualche suo accanitissimo fan giura di averlo visto sulle rive delle bianche
scogliere di Dower a palleggiare con ragazzi inglesi...qualche altro fanatico assicura invece di averlo riconosciuto nonostante
un pacchiano travestimento alla fermata della metroploitana Namesti Republiki (incorcio tra linea gialla e rossa) intento a
strimpellare un ukelele...

martedì 13 novembre 2007

un fiore per Gabriele



Art. 53.
Uso legittimo delle armi.

Ferme le disposizioni contenute nei due articoli precedenti, non è punibile il pubblico ufficiale che, al fine di adempiere un dovere del proprio ufficio, fa uso ovvero ordina di far uso delle armi o di un altro mezzo di coazione fisica, quando vi è costretto dalla necessità di respingere una violenza o di vincere una resistenza all'autorità e comunque di impedire la consumazione dei delitti di strage, di naufragio, sommersione, disastro aviatorio, disastro ferroviario, omicidio volontario, rapina a mano armata e sequestro di persona.
La stessa disposizione si applica a qualsiasi persona che, legalmente richiesta dal pubblico ufficiale gli presti assistenza.
La legge determina gli altri casi, nei quali è autorizzato l'uso delle armi o di un altro mezzo di coazione fisica .

Art. 54.
Stato di necessità.

Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo.
Questa disposizione non si applica a chi ha un particolare dovere giuridico di esporsi al pericolo.
La disposizione della prima parte di questo articolo si applica anche se lo stato di necessità è determinato dall'altrui minaccia; ma, in tal caso, del fatto commesso dalla persona minacciata risponde chi l'ha costretta a commetterlo.



I proiettili calibro 9 parabellum in dotazione alle Forze di Polizia sono "camiciati" ossia rivestiti in ottone, caratteristica questa che impedisce al piombo contenuto nell'ogiva di espandersi al contatto con il primo ostacolo sulla sua traiettoria. I proiettili quindi hanno la capacità di rimbalzare al contatto con superfici o corpi di maggior resistenza. Un motivo in piu' per non esploderli visto la loro altissima capacità offensiva diretta anche a bersagli non desiderati.

Inoltre le pistole Beretta 92 FS sempre in dotazione alle Forze di Polizia possiedono ben 3 sicure che impediscono in qualsivoglia maniera l'uscita di un "colpo accidentale".



Andavi a Milano per amore della tua Lazio e un proiettile ha spezzato la tua vita.
In questo Paese dove gli innocenti pagano sempre per i vili...
... e i vili non si estinguono mai.
Ma le cose fatte per amore sono sempre al di sopra del bene e del male.
Riposa in pace "meravigliosa creatura".